Caro Giovannino ( Malagò ), come va? Ti ho pensato molto in questi giorni, intento a preparare i bagagli per la trasferta parigina, a sistemare il ciuffo ribelle, ad ordinare i vari blazer per gli impegni mondani, ad immaginare cosa dire al patron dell’Eliseo.
Per la massima autorità sportiva del Paese le Olimpiadi sono la consacrazione di anni di sacrifici degli atleti e il termometro dell’attività di lobbing: poi, detto tra noi, dopo la figuraccia dell’Italia pallonara e i problemi del tarantino Gravina puoi, a ben ragione dire che lo sport italiano sei tu.
I tuoi collaboratori sono stati precettati, all’istante ti devono comunicare il medagliere aggiornato perché l’obiettivo è ambizioso, pareggiare Tokyo e cercare di far meglio.
Tutto bene quindi, almeno fino a qualche giorno addietro, poi avviene l’imponderabile: decisioni arbitrali quantomeno discutibili penalizzano atleti italiani e. . . apriti cielo.
Ti riconosco eleganza nei modi e nell’outfit, quasi quanto me, ma stavolta hai sbroccato arrivando a dire, cit. gazzetta dello sport del 29/07/2024 “ Mai vista una cosa del genere, trovatemi un altro sport al mondo in cui hai due arbitri che vengono da nazioni vicine a uno dei Paesi in lizza “.
Caro Giovannino te lo trovo io: preso dai problemi nazionali forse non sai che l’anno scorso, al termine di una entusiasmante cavalcata, il Foggia Calcio accede alla finale per l’accesso alla serie B contro il Lecco.
Bene, anzi male, perché viene designato per l’arbitraggio della partita di andata tal Bonacina, della sezione di Bergamo, e al Var tal Nasca della sezione di Bari: per intenderci, la tua amata Roma gioca una finale e le viene assegnato un arbitro di una sezione distante pochi kilometri dalla città della squadra avversaria ed al Var un dichiarato tifoso della Lazio.
Tu sicuramente non ricorderai, ma alle vibranti proteste di un territorio che già immaginava come purtroppo sarebbe andata a finire, le risposte furono che la provenienza è un orpello del passato, che non si può ricusare un arbitro, un giudice sì, che la buona fede è fuori discussione ecc.ecc.
Ed ora, caro Giovannino, come la mettiamo? Purtroppo le analogie sono evidenti, dispiace moltissimo per gli atleti ma, ahimè, lo sport italiano a livello politico esce notevolmente ammaccato, guarda caso del Foggia si disse che non aveva peso politico in Lega.
Prima di bollare una tifoseria come piagnucolona, malata di vittimismo, prima di sproloquiare dicendo che le regole si rispettano, sarebbe opportuno contare fino a 10.
Dalle nostre parti si dice che solo l’affamato comprende la fame di un altro, non chi ha la pancia piena.
Au revoir, monsieur Giovannino’
faffe19