Foggia calcio, un vecchio e un bambino ti preser per mano…

Millico crossa per il colpo di testa di Gagliano (Foto: Antonello Forcelli)

Un vecchio e un bambino. Che poi uno non è vecchio, o diversamente giovane in stile politically correct, e l’altro non è bambino, o diversamente ragazzo. Guccini scriveva che “(…) si preser per mano”. Sacrilegio nostro correggere il testo del maestro: non si preser per manoma presero per mano il Foggia. Stiamo parlando di Odjer e Millico. Moses ha 28 primavere ma calpesta l’erba dei campi di gioco da tanti anni. Ed è un veterano, anche dall’alto di un pedigrée importante per la terza categoria Pro. Vincenzo è un “millenial”, classe 2000, enfant prodige quando folleggiava nelle categorie di base del Toro. Il primo è stato a lungo vittima di un ingiustificato “oscurantismo”, il secondo è giunto con le stimmate del craque. All’epoca del suo approdo in prima squadra, infatti, Vincenzino rappresentava la risposta autoctona agli investimenti della Juventus. Per questo alcuni tifosi granata continuano a seguirlo con attenzione (e un pizzico di rammarico per quello che poteva essere e sinora non è stato!) per capire che cosa stia combinando il loro talentuoso “sogno di mezz’estate”.

Moses ha risposto presente con il Monopoli. E non è stata una prestazione scontata! Le motivazioni non ci sono note, ma il motorino ghanese ha vissuto questo biennio di Capitanata sempre tra “color che sono sospesi”. Da precario in attesa di entrare nel ruolo. Fuori o dentro, perennemente con la valigia in mano. Un titolare virtuale, mai reale. Ad agosto era fuori rosa. A gennaio doveva andare a Brindisi. Colpa di uno stipendio “oversize”? Forse, ma è pur vero che qualcuno illo tempore glielo aveva comunque accordato. Uno dei mestatori nel torbido dello spogliatoio? Non ce lo vediamo proprio. Umile e rispettoso, mai polemico! Una vita da mediano… come cantava il Liga, sempre lì, lì nel mezzo. E quella porzione di campo se l’è presa tutta. Ha tarpato le ali al Gabbiano, ha sforbiciato palloni e buone intenzioni degli ospiti. Non ha risolto i problemi (“Questo è chiaro”, direbbe Cudini!), quelli restano sesquipedali. Ma ha reso un po’di sollievo a chi si stava macerando nella paura. A metà della prima frazione, o giù di lì, ha sbagliato il tempo di uscita e ha commesso un fallo. Forse evitabile. E l’occhio “giudicante” di Millico è finito sul piccolo mediano. Un vecchio e un bambino…

Ecco, quello sguardo – a nostro avviso – è stata l’unica sbavatura ideologica del “bambino”. Che è stato chiamato – dall’alto della sua indiscutibile genialità – per comandare la truppa. Per condurre il Foggia fuori dal tunnel del terrore. Ma che deve guadagnarsi con un atteggiamento impeccabile i gradi di capitano del vascello rossonero. Si percepisce la voglia di stupire del ragazzo del Filadelfia. Il suo ostinato peregrinare in cerca del numero risolutore. Le sue sgassate sono ossigeno puro. Il suo cross di destro è l’espressione di una balistica pregevole che ci rimanda a quella di Alessio Curcio (dal quale idealmente ha ereditato la maglia numero 10). Rabbia in corpo e cuore che ruggisce. 

Un vecchio e un bambino… Millico ha vinto al televoto. La giuria della sala stampa è per Odjer. Il “nostro” Sanremo è tutto qui. Il resto è solo… Cumbia della noia. Vincenzino ha segnato in Europa League, Moses è entrato nei principali templi del football italiano. Eppure tutti e due sembrano aver capito (più di altri!) lo spirito che deve animare i rossoneri da qui alla fine. Lotta e sudore. Sofferenza allo stato brado. Nessuna concessione alla gloria che fu, nessun appello retorico a un Foggia che – in questa categoria e quasi per diritto divino – debba dominare a prescindere. Il Monopoli è stato appena un capitolo di un libro da conservare nello scaffale dei thriller noir. Che – a leggerli – prima incupiscono e poi magari stimolano pure la fantasia! 

Più avanti ci sarà da resettare tutto. Ancora una volta. Servirà chiarezza assoluta. La proprietà dovrà rilanciare o farsi da parte. Per intanto – però – occorre vincere e scappare lontano dal dantesco girone playout. Affidandosi a una mentalità nuova (Torre del Greco ha conquistato il Premio Strega nella sezione “horror” con la lapidaria motivazione: “Da non ripetere”!) e a due che magari a breve si prenderanno anche per mano. Un vecchio e un bambino… andarono insieme incontro alla sera! Mercy, grazie al poeta Guccini!