La delusione del torneo. Nel rapporto dare/avere il Catania è forse la squadra con il “meno” più pesante in questa prima parte di campionato. Da neopromossa non era facile, è evidente, ma le risorse messe a disposizione del patron italo-australiano Ross Pelligra sono state davvero cospicue. Il campo però non ha ripagato gli sforzi del club e così dopo il ko di Potenza del 5 novembre scorso è arrivato puntuale l’esonero di Luca Tabbiani (tornato poi al Fiorenzuola da cui proveniva) che aveva conquistato 15 punti in 12 partite alla non certo esaltante media di 1,25 punti a incontro.
Dopo l’interregno di Zeoli (una partita diretta, a Cerignola, con un’altra sconfitta), è tornato ai piedi dell’Etna Cristiano Lucarelli che era stato appena esonerato dalla Ternana in serie B. Il tecnico livornese ha innalzato (seppure non di molto) la media punti ottenuta (1,55) ma non ha dato la svolta necessaria (per lui sinora 14 punti in 9 partite).
La classifica recita oggi 12° posto con 29 punti e un bilancio di 8 successi, 5 pari e 9 sconfitte. Contro le squadre dal 13° posto in giù (Foggia compreso che espugnò il Massimino all’andata) i rossoazzurri hanno perso 17 dei 30 punti disponibili. Uno score che certo non è in linea con le ambizioni e gli investimenti della proprietà. E così il DG Grella (uno dei cardini del progetto Pelligra) ha pensato di rivoluzionare la squadra nel mercato di gennaio.
Sono arrivati ben 12 giocatori nuovi per il presente e per il futuro. Nella conferenza stampa di presentazione della sfida dello Zaccheria, Lucarelli ha infatti rimarcato: “Abbiamo fatto 12 innesti, qualcosa di unico in Italia. (…) ci siamo presi il rischio perché vogliamo fare il massimo (leggasi promozione ndr) sin da quest’anno ma se non ci riusciremo partiremo l’anno prossimo il 15 luglio con appena due tre situazioni da puntellare”. Come a dire… ci siamo portati avanti il lavoro. Anche se il buon Cristiano si è affrettato a ricordare – riguardo al traguardo più ambito – che “(…) se non è impossibile, vuol dire che c’è ancora una possibilità”! Difficile, ma il Catania se la giocherà sino alla fine.
Dunque sotto l’Etna sono approdati 12 nuovi elementi. Per palmarés e palcoscenici calcati, il colpo più importante è stato quello di Sturaro, 4 scudetti, 4 Coppe Italia, una Supercoppa italiana, due finali di Champions League e un gol nei quarti del 2016 (contro il Bayern) con la maglia della Juventus. Il 31enne centrocampista è reduce dall’esperienza nella Super Lig turca con il Karagumruk, formazione allenata nella passata stagione da Pirlo. Ma insieme all’ex bianconero, sono giunti gli attaccanti Costantino e Cianci (l’assalto al virtussino Artistico è stato rimandato a luglio), il mediano Tello, il centrale Salvatore Monaco (figlio d’arte, il papà Gennaro vent’anni fa aveva indossato la casacca etnea), il difensore di fascia classe 2001 Haveri, scuola Torino, il centrocampista tutto corsa Welbeck (di nuovo a Catania dopo la parentesi biennale di Catanzaro) e il portiere (obiettivo anche del Foggia, che pareva aver chiuso la trattativa prima di virare su Perina) Furlan, giunto per sopperire all’assenza (che si annuncia di almeno due mesi) di Bethers, infortunatosi gravemente nell’ultimo incontro pareggiato con il Monopoli. E poi ci sono i 4 ex Foggia: il terzino sinistro Celli (nel 2017/18 in rossonero con Stroppa), l’all around Cicerelli (ai satanelli nel 2018/19), il fantasista Peralta (fresco di cessione) e Ivan Kontek, l’eroe della magica notte playoff contro il Cerignola. Celli, Peralta e Kontek, peraltro, erano stati già allenati da Lucarelli alla Ternana e sono stati fortemente voluti in rossoazzurro proprio dal mister toscano.
Ai tanti acquisti hanno corrisposto diverse cessioni (tra le altre ci sono state quelle degli ex satanelli Rocca e Deli finiti rispettivamente ad Avellino e Casertana) per una rivoluzione totale che pensa al presente ma – come detto – strizza un occhio anche alla prossima stagione. Non tutti i nuovi – ovviamente – saranno in campo allo Zaccheria, ma il loro ingaggio dimostra che il Catania – nonostante la classifica e l’ultima esibizione negativa con il Monopoli – ci crede ancora. Sul modulo ci sono state alternanze (con il Gabbiano pugliese – ad esempio – Lucarelli ha schierato i suoi con il 3-4-1-2 con Chiricò dietro le punte), anche se il sistema di riferimento è il classico 4-2-3-1 che l’allenatore ha utilizzato quasi sempre in carriera e con cui vinse a mani basse il girone C di Lega Pro 2020/21 proprio con la Ternana.