L’altra metà del campo – Il Messina

I giocatori del Messina esultano dopo un gol (foto: ACR Messina)

Lo Zaccheria riapre le porte per il confronto con il Messina, non proprio la squadra più in forma del torneo. La classifica dei siciliani recita 18° posto con 11 punti in 13 incontri e appena due successi, l’ultimo datato 15 ottobre in casa con il Giugliano. Nessuna vittoria in trasferta con tre pareggi e tre sconfitte in 6 incontri. Sinora c’è stato un “doppio” Messina: quello delle prime 7 giornate, brioso, organizzato, che raccoglieva applausi e punti; quello invece dei successivi 6 turni, che ha ottenuto appena due pareggi e rimediato un parziale di 4 sconfitte nelle ultime 5 giornate.

L’ultima è arrivata nel weekend scorso contro il Latina al Franco Scoglio e ha rappresentato il punto più basso della parabola stagionale dei peloritani. Sullo 0-3 finale, almeno nelle proporzioni del punteggio, ha certamente pesato l’espulsione a fine 1° tempo della mezzala Frisenna, ma è stata l’incapacità di proporre una seppur minima reazione, anche solo caratteriale, a preoccupare. E sono state soprattutto le dure dichiarazioni a fine partita di Modica, il mister giallorosso, ad aver aperto letteralmente una crisi all’interno della formazione peloritana.

Il tecnico, infatti, ha sottolineato la “(…) brutta involuzione” di una squadra che ha perso “(…) il filo conduttore che si chiama gioco”, ma soprattutto ha richiamato tutti alle proprie responsabilità, accennando a decisioni drastiche da prendere, parlando di tempo del perdono finito, facendo riferimenti specifici alle prestazioni negative di Emmausso (uno dei giocatori più importanti della rosa) e paventando la possibilità di mandare in campo sette «Under», da qui al mercato di gennaio, qualora l’atteggiamento di alcuni elementi non dovesse cambiare. Dunque una situazione interna turbolenta e magmatica, una matassa che toccherà sbrogliare al presidente Pietro Sciotto (al 7° anno al timone del club siciliano) e al giovane DS Domenica Roma (giunto sullo Stretto dopo due anni al Celano). Erano stati proprio il patron e il DS, infatti, a puntare in estate sul tecnico di Mazara del Vallo per rilanciare il progetto Messina.

Giacomo Modica, classe ’64, dopo un’onesta carriera da centrocampista (durante la quale ha indossato anche la maglia del Messina), ha intrapreso la carriera da allenatore e per 6 anni è stato il vice di Zeman (che lo portò con sé pure nell’avventura turca al Fenerbahçe e come collaboratore alla Roma nel 2012). Per lui si è trattato di un ritorno sulla panchina peloritana già occupata in serie D nel 2017/18 quando prese la squadra in fondo alla classifica e la portò al 6° posto, ovvero a un soffio dai playoff. Tipica emanazione culturale (lavoro e fatica!) e tattica (4-3-3 e gioco offensivo) del suo mentore boemo, il tecnico giallorosso dirige una squadra giovane che – per indirizzo societario – gioca normalmente con 4 «Under», ma che in porta ha uno dei “veterani” della categoria, quell’Ermanno Fumagalli, 41 anni, che a Foggia si conosce benissimo e che rappresenta l’anima critica del gruppo (è toccato a lui, infatti, andare in conferenza stampa dopo il ko “sanguinoso” con il Latina!).

Partiti molti big (tra cui gli ex satanelli Ibou Balde e Kragl, oltre ai vari Mallamo, Curiale, Perez, Versienti) del passato campionato, quando la compagine dello Stretto si salvò ai playout grazie a un girone di ritorno eccellente sotto la guida di Raciti (subentrato ad Auteri), il club giallorosso si è affidato a molti giovani – alcuni provenienti dalla serie D – e ad alcuni giocatori più esperti. Modica ha riavuto due difensori, Manetta e Polito, che aveva già allenato nel precedente passaggio peloritano, mentre Emmausso era stato con lui alla Vibonese. La conferma più attesa è stata quella di Antonino Ragusa, un passato in «A» con Genoa e Sassuolo, autore del gol salvezza nei minuti conclusivi del match di ritorno del playout contro la Gelbison. Il colpo ad effetto è stato poi quello di Marco Firenze (il cui rendimento però è stato condizionato da alcuni infortuni), reduce da una stagione particolare al Sangiuliano City, mentre il vero leader in campo è stato sinora il bomber Vincenzo Plescia, autore di tre gol in 954’ giocati, tra cui la «perla» contro il Giugliano (una sorta di colpo dello «scorpione» in stile Ibra) che aveva portato alla vittoria sui campani, l’ultima – come già detto – ottenuta dal Messina in campionato.