L’altra metà del campo – Il Sorrento

I giocatori del Sorrento esultano dopo un gol (foto: Sorrento Calcio 1945)

Ha ritrovato la Lega Pro dopo 9 anni e vuole mantenere la categoria. Dando il 110%, nel pensiero del presidente Giuseppe Cappiello che in settimana ha richiamato tutti alla “mission salvezza”. Il Sorrento che arriva allo Zaccheria è penultimo in classifica con 8 punti in 11 partite. Appena due le vittorie (con Messina e V. Francavilla) e ben 7 ko, l’ultimo “delittuoso” con il fanalino di coda Monterosi a Potenza. E sì perché l’inadeguatezza dello storico stadio Italia ha costretto la squadra costiera a eleggere il Viviani, per il momento, come campo di casa, in attesa dei lavori all’impianto domestico.

Ma facciamo un passo indietro. Sembra trascorsa un’eternità da quando nel 2011 e 2012 i rossoneri (sulla cui panchina in passato si è seduto anche da Maurizio Sarri) disputavano i playoff di serie C per salire in «B». Furono Verona e Carpi a stopparne il cammino verso la gloria. Da allora, però, i campani si sono ritrovati in 4 anni addirittura in Promozione dopo la retrocessione dall’Eccellenza del 2015/16. Dopo una faticosa risalita, a maggio scorso c’è stata la nemesi!

Ultima giornata del girone G di serie D. In testa alla classifica c’è la Paganese. Appena sotto il Sorrento. Gli azzurrostellati fanno harakiri: in vantaggio 1-0 (e quindi con il primato in tasca) a Tivoli all’intervallo, nella ripresa si fanno rimontare dalla compagine tiburtina e perdono 1-3. Al contempo, invece, irossoneri sbancano Angri per 3-0 e sorpassano al fotofinish la capolista. È festa grande in Costiera. Si torna tra i professionisti (è mancata solo la ciliegina sulla torta dello scudetto di categoria, lasciato in finale al Sestri Levante) grazie soprattutto al lavoro di una persona perbene e un ottimo tecnico, Vincenzo Maiuri.

Di lui ricordiamo un’apparizione fugace (ma di esemplare dignità!) in Capitanata nell’estate torrida del 2020 quando dopo l’addio lampo di Capuano, il DT Corda individuò l’oggi 54enne tecnico milanese (ma trapiantato a Taranto) come sostituto del vulcanico Eziolino. I patti di condivisione nelle scelte non furono però rispettati e Maiuri preferì lasciare subito il Foggia, rinunciando (con dolore ma con estrema convinzione) a quella che nelle sue stesse parole era “l’occasione della vita”. Profeta del 4-3-3, Maiuri è tornato nella passata stagione a Sorrento dove era già stato dal 2018 al 2020 ottenendo prima la salvezza e poi lottando per il salto di categoria nel torneo interrotto per il Covid.

In estate la proprietà lo ha confermato (sino al 2025) ed ha cercato di misurare le forze economiche (anche perché le partite casalinghe giocate a Potenza hanno costi enormi!) facendo acquisti mirati ma senza grandi investimenti. L’ingaggio top è stato quello del portiere Marcone, nato in Romania ma cresciuto in provincia di Frosinone, arrivato a titolo definitivo dall’Avellino.Poi sono approdati in Costiera elementi affidabili come il regista De Francesco (l’anno scorso a Mantova, ma con una fruttuosa militanza con Avellino, Reggina e Spezia), il difensore ex Cerignola Blondett (più di 350 presenze tra i Pro) e il centravanti Ravasio (3 gol per lui), protagonista per 7 stagioni con l’Albinoleffe. Una menzione di merito spetta a Gaetano Vitale, due gol (contro Casertana e Avellino) con il Foggia di Marchionni‘20/21, una mezzala in origine che Maiuri utilizza come esterno alto di destra del suo 4-3-3. Per lui tre reti in campionato sinora. Una curiosità riguarda la “territorialità” della rosa del Sorrento: una percentuale elevata di giocatori (tra questi anche il capitano La Monica, nato a Castellammare e in Costiera dal 2019), infatti, sono campani per una squadra che quindi ha certamente un’identità regionale forte oltre che un volto preciso in campo.

Il Sorrento ha ottenuto sinora più consensi che risultati. Lobiettivo è – come detto – la salvezza: l’impressione, però, è che serviranno alcuni innesti di valore a gennaio per provare a raggiungerla.