L’altra metà del campo – La Turris

I giocatori della Turris esultano dopo il gol segnato da Scaccabarozzi nel match di andata, vinto 2-1 dal Foggia (foto Antonello Forcelli)

Otto giorni decisivi per la stagione del Foggia. Turris, Monopoli e Brindisi in rapida successione. Un pezzo di salvezza rossonera si decide qui. Primo ostacolo la Turris. Non più di Caneo. È infatti “scaduta” la carta di credito (che pareva senza limiti di spesa!) per l’ex allievo di Gasperini, richiamato a furor di popolo in estate e di nuovo capace di incendiare il Liguori con una partenza shock: tre vittorie nelle prime tre giornate con Benevento, Crotone (due delle big del torneo) e Sorrento (oggi la vera sorpresa del girone). Poi però i corallini hanno imboccato un tunnel senza uscita. Nelle successive 19 esibizioni infatti sono arrivate appena due vittorie con Potenza (il 16 ottobre) e Brindisi (il 22 dicembre) con un “bottino” di appena 11 punti (media 0,57 a partita). 

Caneo è stato così esonerato il 21 gennaio pagando soprattutto lo score “tremendo” di 9 sconfitte nei 10 confronti tra il 25 settembre e il 18 novembre. Al suo posto era stato chiamato Pino Raffaele. Era tutto fatto, l’ex tecnico del Potenza era pronto a dirigere il primo allenamento ed aveva già dato delle indicazioni di mercato, poi invece all’ultimo si è tirato indietro e quindi dopo un rapido casting (che comprendeva anche Gautieri e Lello Di Napoli) è stato scelto Leonardo Menichini, lo storico vice di Mazzone che dal 2003 ha iniziato la carriera da capo allenatore (con il doppio intervallo di Livorno, quando tornò a lavorare con Mazzone, e di Roma, quando prese in carico la Primavera della Lazio, dopo aver condotto in serie B la Salernitana allora proprio del patron biancoceleste Lotito).

Nelle ultime due stagioni, Menichini ha diretto il Monterosi qualificandosi prima ai playoff e poi ottenendo una tranquilla salvezza. Per lui sinora un pari (incredibile nello sviluppo!) all’esordio con il Messina e lo stop di Picerno, in un match condizionato però dalle vicende societarie che avevano “attraversato” l’universo Turris. Infatti, il presidente Colantonio aveva ceduto il club all’imprenditore campano Guardascione ufficializzando anche la firma di un preliminare, le cui condizioni di pagamento però non sono state rispettate dall’acquirente, per cui la vendita non si è mai concretizzata e Colantonio è rimasto in sella alla società di Torre del Greco.

Sul mercato, comunque, la Turris – attualmente terzultima con 21 punti assieme alla V. Francavilla, a +6 sul Monterosi ultimo e a -5 dal Foggia, la 1ª squadra fuori dalla zona playout – ha operato parecchio: 9 acquisti e 7 cessioni, mai così tanti movimenti nell’era Colantonio. Una mezza rivoluzione volta a centrare la salvezza, per raggiungere la quale il neo tecnico dei corallini ha detto dopo il ko di Picerno che servono “(…) grande umiltà, spirito di sacrificio, parlare poco e correre tanto”. 

A Torre sono arrivati l’esperto portiere Marcone, l’amatissimo (dal popolo foggiano) Nicolao, l’esperto difensore Ricci, l’altro centrale in prestito dal Sorrento Panelli, il carismatico mediano Casarini, il collega di reparto Siega (che però dovrà ritrovare la condizione dopo lunghi mesi di scarso impiego, 29 presenze negli ultimi due campionati e mezzo tra Pisa e Sudtirol), l’attaccante gambiano ex Latina Jallow e quello argentino Dalbón (giunto a titolo temporaneo dal Racing). A completare il pacchetto “invernale” in entrata, è stato trovato l’accordo con il talentuoso giovane Serpe, poco utilizzato nello Spezia. Sono andati via invece Miceli, Frascatore e Matera (che dovevano essere tre pilastri per l’undici di Caneo ma che hanno deluso le attese), oltre a Fasolino, Burgio, Guida e Rizzo.

Contro il Foggia Menichini (che non potrà contare su Franco squalificato e che dovrebbe schierare per la prima volta da titolare Casarini) ha intenzione di riproporre il 4-3-3 (lo stesso modulo di Cudini) dopo che a Picerno aveva provato il 4-2-3-1. Le colonne restano i vari Scaccabarozzi, Pugliese, Giannone, Nocerino e Maniero che dovranno caricarsi sulle spalle la squadra per condurla a una salvezza diretta che al momento appare piuttosto complicata.

Si giocherà sul sintetico dell’Amerigo Liguori senza pubblico: gli incidenti con il Messina e gli scontri del passato tra le tifoserie foggiana e torrese hanno indotto il prefetto a chiudere l’impianto corallino per la partita contro i satanelli.