Nel corso della puntata odierna di ‘za Fò (disponibile sulle pagine facebook di FoggiaTv e Calciofoggia.it) era presente in studio Francesco De Cosmo ed è intervenuto tramite Skype Michelangelo Metta, che hanno detto la loro circa la cessione delle quote societarie del Calcio Foggia 1920.
De Cosmo: “Ho la possibilità di chiarire alcuni aspetti importanti della cessione e giustificare la mia apparizione nel mese di dicembre, andata poi in sordina. Stavamo per rilevare le quote del club ma è venuta meno una persona. Non ci siamo inseriti in questa trattativa perché abbiamo dato priorità agli imprenditori del luogo che hanno probabilmente anche una forza maggiore rispetto alla nostra. Bisogna avere competenza e professionalità: prima di iniziare una trattativa era importante che coloro che erano l’anima della trattativa guardassero la documentazione per valutare di volta in volta le possibili situazioni. Le due società proprietarie del Calcio Foggia 1920 sono la Corporate e la CN Sport: la Corporate ha il 99,2% delle quote, la CN Sport lo 0,8%, in quanto Pelusi col Calcio Foggia non c’entra ormai più nulla. Abbiamo fatto valutazioni profonde circa le situazioni di fatto. La Corporate è composta dal CN Sport che possiede il 51% e dalla MAP Consulting che possiede il 49%. Ritengo si sia fatta confusione tra persone fisiche e persone giuridiche. Canonico ha demandato al Dott. Carbotti la cessione perché ha poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione in quanto amministratore della Corporate. Nel mese di dicembre dopo due incontri ero arrivato alla determinazione con Canonico per prendere il Foggia, poi un imprenditore turistico del Nord, con interessi sul Gargano, ha preso altri lidi, prendendo un’altra società professionistica, e non c’era possibilità di sostituirlo all’ultimo minuto. Noi ci vogliamo mettere a disposizione del Foggia, sia come conoscenze che come competenze.
Il 51% della Corporate è pervenuto alla stessa poiché nel mese di febbraio 2021 Canonico ha fatto una proposta di acquisto alla MAP Consulting valutandola 1 milione di euro. Di questo milione sono stati pagati 496mila euro, ossia il prezzo per rilevare la quota. Non è stata invece pagata la restituzione delle somme della Pintus, ossia, 520mila euro, con l’impegno che Canonico avrebbe rilevato il rimanente 49%, stimata a un valore di 800mila euro. Nel preliminare tra Canonico e la Pintus era evidenziata una situazione debitoria di circa 1,1-1,2 milioni di euro, successivamente Canonico ha preso in mano la documentazione contabile e fiscale e si è trovato di fronte ad una debitoria di circa 1,5 milioni in più rispetto a quanto prospettato. La situazione patrimoniale era quindi differente. Il Foggia era in Serie D quando è stato fatto il preliminare e c’era una contabilità interna, in quanto non vi erano i controlli Covisoc. A dicembre ho guardato la documentazione, prendendo visura camerale, atto di cessione di quote, pagamenti effettuati e il bilancio che Canonico mi ha esibito: questo evidenziava la realtà, in quanto non era possibile per lui falsare il bilancio, in quanto ci sono controlli, stimato in 2,5 milioni di euro, con debiti verso l’erario rateizzati regolarmente e circa 2-2,3 milioni di apporto soci. Per chi acquista, l’apporto soci rappresenta un salvadanaio. L’operazione era fattibile perché avrei acquisito il 51% della Corporate, avrei avuto una maggioranza che mi permetteva di gestire la società, avrei avuto questo “salvadanaio” e una debitoria a lungo periodo che avrei potuto sanare. Il rimanente 49% come ben sappiamo è in contenzioso, che potrebbe anche portare alla restituzione di ciò che ha dato Canonico e addirittura un rimborso, e quindi un addebito per la Pintus, delle anticipi fatti di Canonico per circa 4,2-4,3 milioni. Non sono venuto a fare lezioni, conosco la situazione contabile e, oltre a essere portavoce di questo gruppo avrei dovuto investire anche io. La mia valutazione fatta a dicembre era di una situazione che con buona volontà poteva essere sanata nel tempo. Il Foggia ha 12 giocatori tesserati che messi sul mercato possono rendere e Canonico o chi per lui, anche svendendoli, avrebbe una plusvalenza che porterebbe a incidere positivamente sui conti societari. Con l’avvocato Todaro sono stato responsabile finanziario della Juve Stabia che era retrocesso dalla Serie B alla Serie C e siamo stati la prima e forse unica società ad aver effettuato un concordato con il Tribunale per poter sanare la debitoria”.
Metta: “Il Dott. De Cosmo ha espresso alcune cose ottime e altre no. C’è una causa importantissima presso il Tribunale di Cagliari che potrebbe decidere le sorti del Calcio Foggia 1920. Non essendo giudice una causa potrebbe andar bene o male. L’acquisizione passa sempre da procedure di due diligence. Davanti ad una situazione di questa natura, io ritengo che il Foggia sia invendibile. Credo si debba passare per forza da un accordo trilatero, dunque sia con Canonico che Pintus. Canonico e Pintus sono grandissimi imprenditori, così come coloro che volevano acquisire il Foggia. Tuttavia il Calcio Foggia non si può acquisire così facilmente, sempre se Canonico voglia cedere. Per fare delle due diligence ci possono volere anche anni. Non dimentichiamo che se la Pintus dovesse vincere la causa potrebbe diventare proprietaria esclusiva. Chiunque può acquistare il 51% da Canonico, ma potrebbe trovarsi nel rischio di trovare dei contenziosi. Ritengo che il Foggia si debba acquistare con linearità e sia impossibile acquistare il 51% senza pensare al 49%”.
Ricordiamo che è possibile ascoltare le parole di De Cosmo e Metta, e del successivo intervento del Presidente Canonico, rivedendo la trasmissione
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