Padalino a ‘ZaFò: “Foggia non può ambire ad una posizione anonima”

Ospite della trasmissione ‘ZaFò, l’ex tecnico rossonero Pasquale Padalino ha espresso la propria opinione in merito al campionato di Lega Pro appena concluso e ha parlato del suo passato foggiano da calciatore prima e da allenatore poi.

“Del mio passato rossonero conservo tanti ricordi. In particolare sono legato ad un gol messo a segno in un Foggia – Napoli che ci consentì di vincere quella partita. Quando ci penso, a distanza di anni, l’emozione è ancora fortissima. Il Foggia, in realtà, è stata la squadra con cui ho segnato meno, ma quei pochi gol, fatti nel mio stadio, nella mia città e per la mia gente hanno avuto tutti un sapore particolare”.

“Le esperienze da allenatore, poi, non sono state del tutto negative. In Serie D ci abbiamo messo tutti tanta buona volontà, pur non avendo a disposizione grandissimi mezzi, e qualcuno ci ha anche rimesso di tasca propria. In Serie B, invece, ho vissuto sulla mia pelle delle dinamiche che non avevo mai affrontato durante la mia carriera. Quel che è certo è che le cose sarebbero potute andare diversamente. Foggia, del resto, non è una piazza che può accontentarsi di una posizione anonima nel panorama calcistico italiano”.

“Quest’anno con la Juve Stabia siamo partiti con l’handicap di una squadra sfaldata dalla retrocessione dello scorso campionato. Abbiamo iniziato il ritiro con dodici ragazzi della Primavera e un budget molto ridotto, ma nonostante ciò siamo andati ben oltre quelli che erano i pronostici d’inizio stagione. I Play-off, poi, esulano dal campionato. Richiedono una carica emotiva maggiore e prescindono dall’andamento della stagione regolare. Basta una leggerissima distrazione per compromettere il passaggio del turno, ed è quello che è accaduto a noi”.

“Ho parlato con la società dopo l’eliminazione e, ad essere onesti, hanno cercato in tutti i modi di trattenermi. Ma non c’è stata quella condivisione di idee necessaria per proseguire insieme e quindi ho preferito non continuare”.

“Le metodologie di lavoro sono tutte rispettabilissime. C’è chi, come De Zerbi, lavora prettamente con il pallone e chi, come Di Francesco, predilige il lavoro a secco. Personalmente mi pongo al centro tra le due filosofie. Poi, purtroppo, la nostra valutazione dipende esclusivamente dal risultato finale”.

“Il miglior calciatore del campionato ritengo sia stato Falletti, senza dubbio. A mio avviso è un giocatore di un’altra categoria che ha saputo calarsi perfettamente nell’ostica realtà della Lega Pro. Nel Foggia, invece, sicuramente Curcio. E’ uno di quei fantasisti facilmente collocabili in mezzo al campo e che fanno le fortune degli allenatori. Poi Marchionni è stato bravo a contestualizzarlo magistralmente nel suo sistema di gioco”.