Reggina-Figc: è scontro A Lecco sperano nel CF

I giocatori del Lecco esultano dopo un gol (foto: Antonello Forcelli)

Ecco quanto riportato in data odierna sulle colonne nazionali del Corriere dello Sport.

Immaginiamo la storia di Lecco e Reggina come quella di due studenti alla fine dell’anno scolastico. Le commissioni (criteri infrastrutturali e Covisoc) hanno fermato entrambi, ma se per i lombardi il preside (il presidente federale Gravina) ha già fatto capire di voler in qualche modo valutare la questione, pesando pro e contro, e lasciando sicuramente aperto uno spiraglio, sui calabresi lo stesso dirigente (e non solo lui) ne fa una questione di principio. Chiudere un occhio sulla signorina Reggina, secondo i più, farebbe saltare il banco.
LECCO. Partiamo dal Lecco: il problema è causato dal ritardo (un giorno) con cui la prefettura di Padova ha autorizzato l’utilizzo dello stadio Euganeo per le gare dei lombardi in B (a 230 km di distanza) vista l’impossibilità di giocare al “Rigamonti Ceppi”, dove la formazione di Foschi ha conquistato la promozione 50 anni dopo l’ultima, a 40 di ore dalla scadenza “perentoria” dei termini. Tra richieste di proroga inviate e rimaste in sospeso, in mezzo a documenti arrivati ma oltre il limite, si gioca il destino dei blucelesti. Ieri il patron Di Nunno ha tuonato: «Datemi la Serie B, altrimenti mollo questo calcio sporco». In Figc, al netto della bocciatura formale di due sere fa, filtra una certa apertura. Il consiglio federale del 7 luglio prenderà la decisione “politica” e nonostante i voti contrari quasi certi della Lega Serie A (dalla parte di Cellino e del Brescia che spera nella riammissione), anche la Lega Pro sembra intenzionata a dare il via libera; la salita del Lecco in B garantisce infatti ai club di C – per legge – un contributo di 2,5 milioni in tre anni.

REGGINA. Secondo la Covisoc, la Reggina «non ha adempiuto gli obblighi di versamento dei debiti tributari e previdenziali». Gli amaranto hanno avuto l’omologa dal tribunale fallimentare di Reggio Calabria per il piano di ristrutturazione del debito, con una riduzione del 95% che equivale a 769.973 euro da versare entro il 12 luglio. Le norme sportive imponevano di saldare tutto entro il 20 giugno (questi più i 6 milioni già erogati) in vista dell’iscrizione al campionato; secondo la Covisoc l’omologa del tribunale sarebbe ancora impugnabile, per la Reggina la contestazione va oltre le competenze sportive, mentre in Figc fanno notare che l’imposizione dall’esterno di termini e pagamenti creerebbe un precedente pericoloso in tema di equa competizione e in barba agli sforzi di chi si è messo in regola rispettando i parametri federali. Questi 769.973 euro potrebbero essere inclusi nella trattativa tra il patron Saladini e gli investitori che stanno trattando l’acquisto del club, da qui l’esigenza di non versarli subito e attendere fino al 12. Ieri comune di Reggio Calabria e Città Metropolitana, in una nota congiunta, hanno chiesto al club «chiarezza nei confronti della città e dei tifosi» e alla federazione di considerare che «il mondo del calcio non può rivendicare la propria autonomia a convenienza sulle leggi dello Stato». Lo scontro è anche istituzionale.