scritto da Piero Colangelo
Match Analyst FIGC, SICS , PANINI
Allenatore UEFA B
Osservatore Scout R.O.I.
Proprio in queste ore, il sito web di Di Marzio che si occupa di calciomercato, dà per concluso il passaggio di Galano al Pescara attraverso l’ acquisizione a titolo definitivo del cartellino di proprietà del Parma, mentre al calciatore è stato riconosciuto un contratto triennale.
L’annata di Galano con la maglia rossonera è certamente la peggiore vissuta dal calciatore, nativo di Foggia, ma cresciuto calcisticamente nel Bari. Il “Robben della capitanata” (è questo l’appellativo che gli avevano appioppato i tifosi foggiani vista la somiglianza non solo fisica ma anche nel ruolo con il fuoriclasse del Bayern), doveva rappresentare assieme a Iemmello, il fiore all’occhiello di una campagna acquisti che agli occhi dei più era apparsa “schioppettante” per i colpi realizzati ed ampiamente sufficiente a colmare il gap rappresentato dai punti di penalizzazione. Sappiamo tutti come è andata a finire e sul banco degli imputati è finito anche il foggiano, giunto al di qua dell’Ofanto con l’etichetta del calciatore che avrebbe dovuto assicurare all’attacco foggiano qualità nelle giocate ed un numero a doppia cifra di goal.
Nell’analizzare il campionato di Galano non si può non prescindere dalla considerazione che l’involuzione che ha colpito il calciatore era apparsa evidente già nel Bari, durante il girone di ritorno. Infatti dopo una prima parte di campionato nella squadra dei galletti, dove Galano è stato l’indiscusso mattatore con ben 13 reti realizzate, le sue prestazione sono state via via sempre meno convincenti sino a costringere il tecnico Grosso a relegarlo in panchina.
Ancora peggio il calciatore ha fatto in questa stagione con il Foggia. Nei 1.540 minuti giocati, solo in 17 partite è partito titolare e per ben 10 gare è stato mandato anzitempo negli spogliatoi, mentre è subentrato a partita in corso in 4 occasioni. I goal realizzati sono stati soltanto 3 e tanti, purtroppo, sono stati quelli sbagliati, di cui alcuni in modo veramente clamoroso.
Si è spesso, a giusta ragione, affermato che Galano, è un esterno alto, che si esprime al meglio giocando con il sistema di gioco 4-3-3 o 3-4-3. In pratica le sue giocate migliori prevedono che il calciatore parta sulla fascia a piede invertito, attenda eventualmente la sovrapposizione di un compagno, per poi accentrarsi e tentare direttamente la conclusione o la triangolazione con lo stesso compago di fascia o con la punta centrale che gli viene incontro. Nel modello di gioco che il Foggia ha quasi sempre adottato, Galano è apparso quasi sempre un corpo estraneo. Utilizzato come sottopunta o seconda punta, giocando affilato rispetto al compagno di reparto, ha manifestato evidenti difficoltà ad inserirsi in modo soddisfacente negli schemi della squadra. Grassadonia prima e Padalino poi, hanno provato a venire incontro alle esigenze del calciatore provando un attacco con le tre punte, ma i risultati sono stati nient’affatto incoraggianti per gli equilibri di squadra e Galano, da esterno alto, nemmeno ha mostrato progressi dal punto di vista del rendimento e della percentuale di realizzazione.
Lo score del giocatore quest’anno è stato deficitario sotto ogni aspetto, come purtroppo testimoniano i numeri.
Le giocate riuscite sono state solo il 57%, mentre il numero degli assist si è fermato ad uno e riguarda la partita di andata con il Benevento. Davvero troppo poco per un calciatore delle sue qualità. Per non parlare dei cross accurati, quelli cioè che hanno raggiunto un compagno che è riuscito a colpire il pallone . In tutto il campionato gliene sono stati attribuiti al calciatore soltanto 4.
Non è andata meglio nei duelli con i difensori avversari. Solo il 38% quelli vinti con palla a terra ed il 22% con palla aerea.
Una punta deve essere in grado di effettuare una buona pressione sul portatore di palla avversario, viene infatti definito dai tecnici il primo difensore della squadra.
Purtroppo anche per quanto riguarda gli intercetti lo score del calciatore è ampiamente insufficiente, solo 13 nell’arco dell’intero campionato, con una media di 0,77 a partita.