MATCH ANALYSIS SU COSENZA – FOGGIA

scritto da Piero Colangelo
Match Analyst SICS
Osservatore Scout R.O.I.

La Calabria si sta rilevando una regione ostile per i colori rossoneri, due trasferte a Crotone e Cosenza e due sconfitte senza attenuanti.
Un Foggia troppo brutto per essere quello vero. Verrebbe da supporre che qualcosa non abbia funzionato soprattutto sotto l�aspetto atletico, in particolare tutti i calciatori foggiani scesi in campo sono apparsi carenti dal lato della brillantezza e della reattivit�. Alla luce di ci� si potrebbe azzardare che alla base della prestazione incolore della squadra vi possano essere state ragioni direttamente collegate alla modulazione degli allenamenti durante le due settimane di pausa, i cui carichi non siano stati completamente smaltiti dai calciatori rossoneri. Non si spiegherebbe altrimenti perch� i calciatori foggiani arrivavano sempre in ritardo sulla palla e la maggior parte dei duelli individuali siano stati vinti dai silani.
Quando manca la condizione atletica diventa difficile attuare durante la gara quei sincronismi che sono stati provati in allenamento, va per� anche sottolineato, come difetti di questa squadra gi� evidenziatisi nelle gare precedenti, si siano presentati ancora pi� evidenti nella gara con il Cosenza.
In particolare la catena di sinistra non � quasi mai riuscita ad arginare le offensive dei calabresi, che proprio in quel settore avevano individuato il punto debole della compagine foggiana.
Braglia, da abile ed esperto stratega, ha posizionato Tutino nel suo 1- 3-4-1-2 non, come di regola, da seconda punta centrale, ma nel ruolo di esterno alto classico, facendolo giocare in posizione decentrata ma pi� avanzata rispetto a quella mediamente tenuta da Kragl, in modo che si venisse a creare una situazione di 1>1 con il centrale di sinistra, Loiacono. In tal modo l �allenatore cosentino otteneva anche il risultato di allargare oltre misura la linea difensiva centrale del Foggia poich� Loiacono era costretto a scivolare costantemente sulla fascia sinistra, dando cos� modo a Garritano, Murgo e Bruccini di inserirsi centralmente negli spazi lasciati dai difensori foggiani.
La situazione non � migliorata quando Grassadonia, nel secondo tempo, ha modificato l�assetto tattico, passando ad una difesa a 4 e giocando con due sottopunte, inserendo Chiaretti al posto di Loiacono.
Una sorta di 4-3-2-1 che avrebbe dovuto supportare in modo pi� efficace il troppo isolato Mazzeo.
Il cambio di modulo, non ha conferito particolare pericolosit� all�azione del Foggia e, al contrario, ha concesso ancora pi� spazi sulla corsia di destra ai silani. Nell�azione del secondo goal, Kragl , da una ripartenza a centrocampo del Cosenza, non va a ricostituire la linea a 4, restando in posizione avanzata e nessun centrocampista scivola per contrastare Tutino. Il mancato movimento, ha mandato in tilt i sincronismi difensivi. Lo stesso Martinelli � rimasto incerto sul da farsi, cio�, se andare a chiudere sull�esterno cosentino o mantenere la posizione con l�altro centrale. Nel frattempo era partito in verticale centralmente Corsi, che manco a dirlo, anticipava sullo scatto Galano.
Il quarto di centrocampo del Cosenza, ha avuto tutto il tempo di preparare il tiro per Tutino, con i difensori foggiani ancora una volta troppo poco reattivi.
Non son andate meglio le cose in fase di possesso, la scarsa reattivit� degli esterni ha finito per lasciare spesso in solitudine lo stesso Mazzeo che finiva per ritrovarsi nella morsa dei difensori Cosentini.
Kragl e Zambelli non hanno dato il solito apporto sulle fasce facendo venire cos� quasi sempre meno lo sviluppo del gioco in ampiezza. Poco efficaci e meno puntuali del solito sono stati gli inserimenti di Galano e Deli che spesso s�intestardivano in azioni individuali che finivano per dare ancora meno sbocco alla manovra. A completare il quadro non certo positivo, va aggiunto lo scarso dinamismo di Busellato che, in altre partite accompagnava con puntualit� l�azione d�attacco quando quest�ultima si sviluppava sulla fascia destra.