Quando il Foggia incontrò il Papa

Vi riportiamo di seguito un articolo apparso ieri su ’La Gazzetta dello Sport’ che ricorda l’incontro tra il Papa e il Foggia di Zeman, avvenuto in Vaticano nel 1992.
Zeman, il Foggia e il Papa. Per sempre, il Papa nel cuore. Fu un incontro speciale, per emozioni uniche. Pochi minuti insieme col Santo Padre, per scoprirsi più lontani dalle leggerezze terrene, per conquistare un inedito scudetto, senza andare in campo. Con la benedizione di Giovanni Paolo II, il 4 gennaio 1992, Zdenek Zeman e il suo Foggia si sentirono più ricchi dentro, più forti nella vita.
“Per 27 anni il Papa è stato sempre in prima linea – dice il boemo – Ha viaggiato tantissimo, parlando di tutto con tutti, si è meritato le prime pagine dei giornali. Accolto con scetticismo, poi ha conquistato tutti. Magari a noi sportivi è risultato più simpatico per il fatto che spesso ha ricordato la sua passione per lo sport”.
Da dieci anni vive a Roma, ha allenato le due squadre della capitale, però solo grazie al suo Foggia dei Miracoli Zeman ha avuto l’opportunità di essere ricevuto in udienza dal Santo Padre. Nel momento più triste ´Sdengo’ sembra quasi rispettoso della forma privata di quell’incontro. Consente appena di sfogliare il libro dei ricordi, pure, indelebili, che vanno ben oltre la medaglietta donatagli 13 anni fa da Giovanni Paolo II: “Quando entrò nella sala – accenna Zdenek – fummo bloccati dall’emozione, attratti dalla sua grande personalità. Non mi vengono in mente altri particolari”.
Era la mattina di sabato 4 gennaio 1992, una delle tante vigilie di campionato vissuto anche nel segno dello spettacolo del primo atto di Zemanlandia in seria A. La matricola Foggia ha ottenuto un’udienza privata presso Papa Wojtyla, prima della gara all’Olimpico contro la Lazio. Guidata da Padre Nicola Cavotta, foggiano, sollecitato da Pasquale e Aniello Casillo a richiedere l’incontro speciale in Vaticano, la comitiva rossonera fu accolta da Giovanni Paolo II alle ore 11.56, con qualche minuto d’anticipo rispetto al programma.
“Ah ecco il Foggia: voi tutti venite da Foggia, quindi Padre Pio vi assiste – l’esordio del Papa nella sala del Trono – Ogni incontro con voi, cari atleti, mi offre l’occasione di riflettere sull’incidenza che l’attività sportiva esercita su tanti giovani, ragazzi e adolescenti, e sul modello di vita che voi stessi potete offrire circa la funzione educativa dello sport. Proprio dall’affiatamento tra i componenti di una squadra scaturiscono il successo e l’affermazione mentre la discordia e la rivalità generano sicuramente la sconfitta e il fallimento”.
Onofrio Barone, il capitano di quel Foggia che sorprendeva l’Italia pallonara, portò il saluto della squadra a Giovanni Paolo II, al quale poi Pasquale Casillo presentò il maestro nato a Praga.
“Santo Padre,questo è l’uomo dell’Est che ci sta salvando alla grande: si chiama Zeman, viene dalla Cecoslovacchia”, disse il vulcanico patron del Foggia. Il Papa si rivolse in ceko a Zeman, chiedendoli da quale città provenisse; poi, in un ambiente permeato sempre più dall’emozione, il Pontefice dialogò in romeno con Petrescu e in russo con Shalimov e Kolyvanov, ai quali promise di pregare per i loro connazionali in grande difficoltà.
Per 35 minuti, tanto durò l’udienza privata, Giovanni Paolo II dominò la scena, regalando, in chiusura, anche un sorriso alla squadra di Zeman e alla famiglia Casillo: “Conosco la Capitanata: si dice così vero? Non vi dico niente sulla partita di domani – concluse il Papa – ma ho visto che non state male in ´classe’.
Per un attimo la ´classifica’ e il calcio restarono fuori dalla sala del Trono, Zeman e la sua banda s’inchinarono per la benedizione, custodendo per sempre nel cuore il fascino e il mistero dell’incontro con il Papa amato dagli sportivi. Quel Foggia neopromosso in serie A, sull’onda dei gol di Rambaudi, Baiano e Signori, fini al nono posto, con 35 punti. Un traguardo storico per il club rossonero, ma la visita al Santo Padre, per tutti i rossoneri, valse quanto un piccolo, grande scudetto.