E’ il Foggia la “sorpresa” (in positivo) del girone C di serie C dopo le prime 17 giornate.
La squadra rossonera è arrivata alla pausa natalizia con 27 punti (frutto di 8 vittorie e 3 pareggi), salendo sul podio basso della classifica (sia pure in compagnia di Avellino, Teramo, Catanzaro e Catania). Meglio hanno fatto solo Ternana (40 punti) e Bari (34) ovvero le due favorite alla vigilia del torneo (non fosse altro che per gli investimenti nell’allestire la rosa).
Per capire quanto di buono stiano facendo l’esordiente (in panchina) Marchionni e i suoi ragazzi, è forse necessario un raffronto con le ultime tre stagioni disputate (da protagonista) dal Foggia in serie C.
De Zerbi nel campionato 2014/15 (concluso al 7° posto) dopo la 17^ giornata aveva messo insieme 32 punti, replicati anche nel torneo successivo (nel 2015/16 a 18 squadre), terminato al 2° posto.
Nessuno ha mai fatto meglio dalle nostre parti (perlomeno nel Terzo Millennio). Neppure Zeman (non andato oltre i 21 punti nel 2010/11).
Non seppe partire meglio Stroppa (che pure avrebbe, alla fine, vinto il campionato) nel 2016/17: dopo la 17^ giornata il bottino era di 31 punti (lo stesso di Cuoghi, nel 2006/07).
Va detto che il Foggia di Marchionni di gare ne ha disputate una in meno: 16 (avendo riposato alla 16^ giornata per… colpa del Trapani). Avrebbe, dunque, potuto toccare – in teoria – quota 30.
A ben vedere – dunque – il distacco di punti dell’attuale allenatore del Foggia, rispetto ai suoi illustri predecessori (in serie C) dopo la 17^ giornata, non è eccessivo. Tutt’altro.
Tanto sarebbe sufficiente per capire la bontà del lavoro che sta facendo Marchionni con i suoi ragazzi, in una stagione evidentemente straordinaria (per ovvi motivi).
Va aggiunto, però, che sia il Foggia di De Zerbi che quello di Stroppa partivano con l’obiettivo della promozione, avendo – al contempo – una squadra all’altezza delle ambizioni. E, infatti, l’obiettivo – alla fine – fu centrato (da Stroppa).
Il Foggia di Marchionni (peraltro giunto all’… ultimo momento, dopo le “separazioni” da Capuano, prima, e Maiuri, poi ) è partito con l’intenzione di tagliare quanto prima il traguardo della salvezza.
Ancor meno si poteva immaginare un obiettivo diverso dopo le prime 5 partite (4 delle quali terminate con la sconfitta), con il Foggia impelagato nei bassifondi della classifica (penultimo).
La svolta è avvenuta nel derby (vinto) col Bari (il 1° novembre).
Da allora solo vittorie (ben 7) e pareggi (3), inframmezzati da un’unica sconfitta (a Teramo). Un autentico magic moment che – si spera – la sosta natalizia abbia solo momentaneamente interrotto.
Può nel nuovo anno, il Foggia, alzare l’asticella dell’ambizione? Ovvero guardare oltre il traguardo minimo (ma essenziale) della salvezza?
Probabilmente si. Soprattutto se la squadra – che è parsa in crescendo, di partita in partita (soprattutto sul piano del gioco, della manovra) – sarà opportunamente rinforzata (al mercato che un tempo era definito “di riparazione”, prossimo ad aprire i battenti).
Il Foggia dovrà, però, mantenere il passo con cui ha marciato ultimamente (media punti/partita nelle ultime 11 gare: 2,18). O rallentare, ma solo di poco.
Ad ogni modo, la risposta ce la daranno le prossime 10 partite, quelle in programma nei mesi di gennaio (4) e febbraio (6).
La squadra di Marchionni affronterà – una dopo l’altra, quasi d’un fiato – tutte le “grandi”: Juve Stabia, Catania, Teramo, Catanzaro, Avellino, Ternana e Bari. Potrà… respirare solo con Bisceglie, Casertana e Potenza.
Il tutto in meno di 50 giorni: dall’11 gennaio al 28 febbraio.
A marzo sapremo se il Foggia, inizialmente… un brutto anatroccolo, sarà diventato un bellissimo cigno (come direbbe Hans Christian Andersen).
Solo allora Marchionni avrà scritto una nuova favola rossonera.